lunedì 25 ottobre 2010

LA MIA ISOLA








Le fotografie non rendono merito al luogo . Ho scoperto per puro caso (ma esiste il caso?) questa isola lunga 20 Km e larga Max 3 Km nell'estate del 2008.
Capitava spesso , andando a dormire la sera con qualche problema che mi ronzava per la testa , che mi mettevo a fantasticare di vivere in un'isola non deserta (mi piace stare con le persone) , ma tranquilla, incontaminata dal turismo, con una piccola casa in riva al mare dove trascorrevo le mie giornate a lavorare con torni, seghe, pennelli.




Bè, l'ho trovata!



A soli 1.000 Km da casa mia




Io qui mi sento a casa . Qui mi sento protetta dall'abbraccio della Madre Terra che a sua volta vienne abbracciata dal Dio Mare - Gli elementi della natura ti caricano di energia positiva , ti senti bene con te stesso e con il resto del mondo. L'eco delle bruttezze degli umani , se vuoi, non arriva. E poi la vegetazione : boschi e macchia mediterranea; non servono gli imbrelloni, se vuoi coricarti all'ombra lo fai sotto un albero e contemporaneamente puoi tenere le gambe in acqua.


In pieno ferragosto facendo brevi camminate trovi calette senza anima viva.


Non esiste lo shopping, la vita mondana, ma trovi ristorantini che per pochi soldi ti servono pesce freschissimo. Oppure al mattino nella piazzetta, compri il pesce pescato nella notte e poi lo cucini con le erbe aromatiche selvatiche raccolte qua e là.

Oggi questa isola conta solo 1200 abitanti sparsi in 3/4 paesini dove nei baretti ti fai una squisita Karlovakc (birra) fresca mentre la brezza isolana ti evita sempre di morire di caldo.

Qui spero di vivere parecchio tempo ancora; ma soprattutto qui chiedo che venga portata la mia urna cineraria (purtroppo da sola non posso portarla!) in un piccolo cimitero che da un lato sovrasta il mare e negli altri 3 lati è circondato da boschi silenziosi. Unico rumore il vento!

mercoledì 20 ottobre 2010

URNA CINERARIA



Durante il corso di Tornio avanzato il maestro mi ha fatto eseguire questo vaso la cui esecuzione è abbastanza complessa perchè non si parte come di solito da un blocco di legno ma è necessario creare una struttura di supporto, tagliare i vari pezzi , incollarli (come potete osservare ci sono 3 tipi di legno) , creare la base e il coperchio ; montare il tutto sul tornio e.. sperare che non si rompa nulla per almeno 2 motivi essenziali: 1) per non rischiare di dover rifare tutto da capo , 2) per non rischiare (nonostante la maschera di protezione) che ti arrivi addosso magari sulla capoccia un pezzo alla velocità di una saetta . Per terminare la descrizione del manufatto evidenzio che non è stato verniciato ma lucidato fino allo spasimo e poi ripassato con una leggera mano di cera.
Personalmente non mi sarei mai sognata di creare un prodotto del genere - non fa parte del mio stile . Ma tant'è che, comunque , dovendolo portare a casa e non parendomi il caso di buttarlo per la fatica che mi è costata, è finito sopra un mobile dell'antibagno cioè non proprio così visibile. Oltre tutto i "soprammobili" fine a se stessi non sono proprio la mia passione.
Ma poi l'idea! ........ Sarà la mia urna cineraria . e adesso questo vaso mi sta simpatico.
Qualcuno si sbalordisce, ma io penso che l'unica certezza della vita è la morte e se accetti questo pensiero senza rimuoverlo come ci hanno insegnato a fare , si vive meglio, più intensamente e con maggior grinta.
A parte questo piccolo spunto filosofico, vi racconterò anche dove soggiornerà la mia urna e credo che mi invidierete.